Venerdì 15 aprile – Teatro Gassman, ore 21

L’ANGELO di e con Daniele Debernardi

Liberamente tratto da un racconto di G.G.Marquez “Un signore molto vecchio con certe ali grandi”
Spettacolo vincitore della V edizione del premio Federgat / I Teatri del Sacro

Ingresso € 15 – prevendita dalle ore 17 del giorno stesso di spettacolo presso il teatro
Prenotazione/info (solo whatsapp): 320.0555563

A cura del Teatro dell’Erba Matta e I.So THeatro

*************

Note allo spettacolo:

Nel 2017, “L’Angelo” si è aggiudicato la quinta edizione del festival “I Teatri del Sacro”.

La storia, tragicomica, è ambientata in un immaginario borgo ligure. Tutti i protagonisti sono pupazzi mossi a vista dall’attore, in una confusione di casse, cassette, carrucole e paranchi che ricreano – insieme al suono delle onde e ai canti polifonici della tradizione locale – un ambiente marino. L’incontro casuale di un vecchio angelo caduto dal cielo con gli abitanti del villaggio è una grande novità, che porta scompiglio: «Era vestito come uno straccione. Gli restava appena qualche filo sbiadito di cranio pelato e pochissimi denti in bocca e la sua penosa condizione di bisnonno fradicio lo aveva privato di ogni grandezza. Le ali da grosso avvoltoio, spennacchiate e sporche, erano definitivamente incagliate nel pantano».

Spiega Debernardi: «Abbiamo immaginato di raccontare questa storia in un ipotetico villaggio dove tutti i protagonisti sono pupazzi mossi a vista. Gli abitanti di questo paese hanno tutti lo stesso volto, il che rende surreale e comico l’habitat in cui il vecchio con le ali è precipitato, una specie di Gulliver nel paese di Lilliput, ma con due ali d’angelo».

Punto di partenza della pièce è il tema dell’incontro, inteso come occasione di conoscenza dell’altro da sé. Altro nodo centrale è la povertà: quella economica e quella spirituale. Intorno a questi due elementi si sviluppa il racconto di Gabriel Garcia Marquez, in cui sono presenti tutte le figure archetipiche di una polis: i semplici e umili pescatori (che talvolta possono anche essere cattivi); il prete e la sua perpetua (indagatori ufficiali dell’evento celeste); i vescovi e i bambini, i ladri, i poeti e i generali d’armata. Tutti incontrano l’Angelo, questo “essere diverso da loro”. C’è molta poesia in queste figure umane che vivono in una dimensione totalmente avulsa dal contesto reale.

Pur avendo un registro comico, lo spettacolo offre agli spettatori non pochi momenti di riflessione su argomenti delicati quali l’inclusione (o l’esclusione) del prossimo, l’accettazione del diverso e delle differenze e, più in generale, il modo di approcciarsi a ciò che non si conosce. Spunti di approfondimento che nella realizzazione teatrale vengono evidenziati per essere poi rimodellati dallo spettatore.